Sopprimere i cani randagi non adottati: questa la proposta avanzata da Angiola Tremonti, sorella del ministro delle Finanze Giulio e consigliere comunale di minoranza a Cantù. In una richiesta di informazioni al Comune in provincia di Como, la Tremonti si è lamentata dei costi sostenuti per la gestione del canile consortile, quello di Mariano Comense, la cui gestione viene finanziata da 14 Comuni della zona, proponendo una soluzione che ha acceso le polemiche: “Si dovrebbe arrivare a prendere la decisione per cui gli animali che non vengono adottati entro un determinato periodo di tempo vadano soppressi, visto che oggi ci troviamo in una situazione in cui ci sono famiglie canturine che non hanno da mangiare”. Nel mirino, la situazione del canile di Mariano Comense, alla cui gestione Cantù contribuisce con 50 centesimi all'anno per residente, pari a 18.000 euro. L'uscita della Tremonti sul quotidiano La Provincia ha subito provocato la reazione dei gestori del canile, che hanno parlato di “idea paranazista”. Da qui una serie di prese di posizione di animalisti e associazioni di protezione animali, oltre che un fioccare di commenti poco lusinghieri sui siti internet, mentre al canile di Mariano Comense sulle gabbie dei cani è comparso un cartello «Tremonti: io voglio vivere». La diretta interessata non ha fatto retromarcia, ma ha cercato di ampliare il discorso: “Non possiamo uccidere tranquillamente i polli da mangiare e scandalizzarci per i randagi da sopprimere, che portano malattie”. (Fonte Ansa)
“Si tratta di una proposta insensata e che lascia profondamente indignati. Eche, in ogni caso, non tiene conto della normativa vigente. – ha dichiarato in un comunicato stampa l’Avv. Davide Pivi, responsabile della LAV Como - Già la Legge Statale N. 281/1991 aveva previsto che i cani ricoverati nei canili o strutture simili possano essere soppressi in modo esclusivamenteeutanasico, ad opera di medici veterinari soltanto se gravemente malati,incurabili o di comprovata pericolosità”.
“Si tratta di una proposta insensata e che lascia profondamente indignati. Eche, in ogni caso, non tiene conto della normativa vigente. – ha dichiarato in un comunicato stampa l’Avv. Davide Pivi, responsabile della LAV Como - Già la Legge Statale N. 281/1991 aveva previsto che i cani ricoverati nei canili o strutture simili possano essere soppressi in modo esclusivamenteeutanasico, ad opera di medici veterinari soltanto se gravemente malati,incurabili o di comprovata pericolosità”.
“Spero che la Sig.ra Tremonti non chieda di applicare questo criterio ogni volta che riscontra difficoltà economiche nello svolgimento di un servizio essenziale, quale ad esempio l’assistenza agli anziani – ha commentato con seria ironia la Presidente della Lega Nazionale della Difesa del Cane Laura Rossi - perché fin dal 1991 esistono non solo obblighi ma anche aiuti economici per chi è in grado di far funzionare un servizio a tutela di nostri compagni di viaggio la cui soppressione immotivata è reato punito dal codice penale”.
“La legge che vieta la soppressione eutanasica dei cani nei rifugi – ha rammentato Gian Luca Scagliotti, Avvocato, Consigliere della Lega per la Difesa del Cane - è stata ed è all’avanguardia in Europa: riportare l’orologio dei diritti indietro di 20 anni è sempre sbagliato. La Legge 281 del 1991, dove applicata correttamente, ha dato buoni risultati e risparmi economici per quelle amministrazioni virtuose che hanno saputo far funzionare il servizio.”
Le Lega Nazionale per la Difesa del Cane infine invita i cittadini italiani che hanno a cuore la tutela degli animali ad esprimere il proprio educato ma fermo dissenso a questa proposta all’indirizzo della Consigliera Comunale Angiola Tremonti.
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