E’ ripartito ieri mattina puntuale alle 8, dopo uno stop di quasi due anni, il cantiere del resort sul tratto di spiaggia di Francavilla ai confini con Pescara. I primi ad accorgersi che la mastodontica gru era tornata in funzione sono stati i turisti e i cittadini che frequentano i lidi in prossimità della nascente costruzione.
«Non se ne poteva più – sbottano dal lido Albatros, confinante con il nascente resort – di questo cantiere pieno di topi e serpenti, uno dei quali è stato avvistato anche in mattinata da un operaio, e di sterpaglie, che l’atro giorno hanno preso fuoco a causa di una sigaretta lanciata da qualche passante».
E se alcuni, seppur critici verso l’ennesima colata di cemento, preferiscono il resort finito ad uno scheletro incompleto e fatiscente, c’è chi proprio non lo digerisce, quale che sia la sua destinazione d’uso: albergo, residence o casa vacanza.
«Io non posso assumermi – spiega Antonio Luciani – le responsabilità di scelte fatte da altri e allo stato attuale il Comune nulla può fare per evitare che riprendano i lavori di un'opera che è un ennesimo ammasso di cemento».
Contrario all’opera Michele Pezone, tra i primi due anni fa ad opporsi all’ecomostro con Moreno Bernini dell’associazione Buendia, che annuncia: «Se l’eliminazione dei vincoli al piano paesistico regionale non costituisce un problema giudiziario, resta la responsabilità politica di aver cementificato l’ultimo tratto di spiaggia visibile dalla strada. Noi come neonato circolo cittadino di Sel invitiamo, senza alcuna polemica, l’attuale amministrazione a riesaminare attentamente il progetto per verificare: se c’è corrispondenza tra le norme tecniche di attuazione e il vigente regolamento edilizio, gli standard per i parcheggi previsti nell’accordo di programma e l’effettiva destinazione ad alloggi ricettivo-turistici, anche per dare ai cittadini un chiaro segnale di cambiamento».
Fonte: Il Messaggero, articolo di Monica Di Pillo.
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