Quando
uno Stato membro intende avvalersi della deroga prevista dalla direttiva
Habitat, esso ha la responsabilità di giustificare in maniera adeguata tale
condizione, si legge nella
risposta del commissario. Ma
questo non è stato fatto dalle autorità italiane che hanno alimentato una
campagna politica e mediatica volta a demonizzare i lupi come la principale
causa di gravi danni alle colture e agli allevamenti al
pascolo spiega Zanoni
In realtà si tratta solo di un tentato regalo ai
bracconieri che in questo modo sarebbero liberi di cacciare un animale protetto
dalla normativa comunitaria, il Canis
lupus.
Con riferimento alla
depredazione del bestiame, secondo il commissario Potočnik, una
serie di misure di prevenzione e di protezione si sono rivelate efficaci per
attenuare i rischi di danni: recinzioni elettrificate, cani da guardia,
alloggiamenti notturni più sicuri per il bestiame, presenza di pastori nei
pascoli.
La
Commissione, sempre molto diplomaticamente attenta a non criticare uno Stato
membro, non si è spinta oltre su un provvedimento che, per il momento, non è
ancora legge dello Stato
spiega Zanoni
Tuttavia l'accento posto dal
commissario sull'importanza di considerare tutte soluzioni alternative non
lascia spazio a dubbi: la caccia al lupo sull'Appennino ravennate è pretestuosa
e azzardata.
In Italia il lupo
"Canis lupus" è specie rigorosamente protetta in quanto annoverata nell'allegato
IV della direttiva Habitat 92/43/CEE e, in base all'articolo 12 di tale
direttiva, è proibita qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata di
esemplari di tale specie. Se mai
si arrivasse davvero a permettere l'assurda e ingiustificabile uccisione dei
lupi nel nostro Paese, sarà nostro dovere contrastare con ogni mezzo una simile
decisione conclude
il leader animalista - denunciando subito alla
Commissione europea la violazione della Direttiva
Habitat.
Fonte: Ufficio Stampa On.
Andrea Zanoni
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