A quanto risulta infatti
dalle dichiarazioni di Catricalà, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio,
si vuole ribaltare il risultato del referendum del 13 giugno scorso,
liberalizzando l’acqua.
Il popolo italiano ha stabilito che
l’acqua, bene comune tra i più preziosi dell’umanità, debba restare (o ritornare
ad essere ove non lo fosse più) alla gestione delle amministrazioni
pubbliche.
Anche chi non fosse giunto a capire le implicazioni sociali e
politiche della privatizzazione di un bene primario come l’acqua ha espresso
questo voto vedendo i costi delle bollette salire alle stelle ad ogni passaggio
nelle mani delle grandi compagnie multinazionali. Queste, infatti, per loro
natura, hanno come fine il profitto invece che il servizio ai
cittadini.
Non è da stupirsi tuttavia che Mario Monti possa avere in
mente di trascurare, come fosse cosa di nessun peso, il risultato clamoroso del
referendum dell’anno scorso (e assai allarmante ci pare il rischio che lo stesso
venga fatto con il referendum sul nucleare) in cui la quasi unanimità del popolo
italiano si è espressa contro l’acqua in mano ai privati.
Vi è un
episodio uguale e più grave ancora, assai significativo, nel curriculum del
nostro Primo Ministro. Mario Monti è il Commissario Europeo che, trascurando il
parere del Parlamento Europeo che nel 1995 l’aveva bocciata, ripresentò - pochi
mesi dopo tale bocciatura - la Direttiva Europea “sulla brevettabilità del
vivente” (ovvero la possibilità - mai esistita prima - di privatizzare le
piante, gli animali e le parti del corpo umano, con la sola esclusione del corpo
umano intero).
La direttiva fu approvata, dopo quasi tre anni, il 12
maggio1998 (direttiva 1998/44) durante i quali avvenne “la più forte azione di
lobby nella storia del Parlamento Europeo” (dichiarazione dello stesso relatore
della direttiva, Willy De Clerq) e dopo che numerose ONG di tutta Europa avevano
speso ogni energia possibile per bloccarla.
Ciò ha consentito alle
multinazionali chimico-farmaceutico, appositamente divenute anche “biotech”, di
avviare un ampio controllo del mercato alimentare.
Questo è sempre stato
infatti - ed è tuttora - il vero scopo di chi promuove gli Ogm, tutti i presunti
altri loro requisiti essendosi rivelati infondati e i numerosi danni ambientali
e sociali essendosi aggiunti a quelli sulla salute.
Dopo avere preso
coscienza del danno derivante dalla privatizzazione dell’acqua, sarebbe
opportuno che i cittadini italiani si esprimessero anche contro la
privatizzazione del vivente, che obbliga gli agricoltori a pagare i diritti di
brevetto ad ogni raccolto (e che oggi sta assumendo forme ancora più estreme -
vedi: www.equivita.it).
Ma sarebbe soprattutto importante che gli stessi
non perdessero il controllo della democrazia, oggi messa a rischio da chi crede
di poter risolvere i problemi economici bypassandone le regole
fondamentali.
Fonte: Comitato
Scientifico EQUIVITA
Tel. + 39. 06.3220720, + 39.
335.8444949
E-mail: @equivita.itequivita@equivita.it
Sito
internet: www.equivita.org
Inoltriamo l’appello di
Alex Zanotelli
"SALVIAMO IL REFERENDUM
DELL’ACQUA
TRADIMENTO MONTI
Era il 13
giugno , esattamente 7 mesi fa ,quando 26 milioni di italiani/e sancivano
l’acqua bene comune :”Ubriachi eravamo di gioia…le spalle cariche dei propri
covoni!(Salmo,126)
E oggi,13 gennaio ritorniamo a “seminare nel pianto..”
(Salmo,126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre.
Sapevamo
che il governo Monti era un governo di banche e banchieri, ma mai ,mai ci
saremmo aspettati che un governo ,cosidetto tecnico, osasse di nuovo mettere
le mani sull’acqua ,la Madre di tutta la vita sul pianeta.
E’ quanto
emerge oramai con chiarezza dalla fase 2 dell’attuale governo, che impone le liberalizzazioni in tutti i settori.Infatti le dichiarazioni di ministri e
sottosegretari, in questi ultimi giorni,sembrano indicare che quella è la
strada anche per l’acqua.
Iniziando con le affermazioni di A.Catricalà,
sottosegretario alla Presidenza, che ha detto che l’acqua è uno dei settori
da aprire al mercato.E C.Passera, ministro all’economia,ha affermato: "Il referendum ha fatto saltare il meccanismo che rende obbligatoria
la cessione ai privati del servizio di gestione dell’acqua, ma non ha
mai impedito in sé la liberalizzazione del settore.” E ancora
più spudoratamente il sottosegretario all’economia G.Polillo ha
rincarato la dose: “Il referendum sull’acqua è stato un mezzo imbroglio.
Sia chiaro che l’acqua è e rimane un bene pubblico.E’ il servizio
di distribuzione che va liberalizzato.”E non meno clamorosa
è l’affermazione del ministro dell’ambiente C.Clini:”Il costo
dell’acqua oggi in Italia non corrisponde al servizio reso…..La
gestione dell’acqua come risorsa pubblica deve corrispondere
alla valorizzazione del contenuto economico della gestione.”
Forse tutte
queste dichiarazioni preannunciavano il decreto del governo (che sarà votato
il 19 gennaio) che all’art.20 afferma che il servizio idrico- considerato
servizio di interesse economico generale- potrebbe essere gestito solo
tramite gara o da società per azioni,
eliminando così la gestione pubblica
del servizio idrico. Per dirla ancora più semplicemente, si vuole eliminare
l’esperienza che ha iniziato il Comune di Napoli che ha trasformato la
società per azioni a totale capitale pubblico(ARIN ) in ABC (Acqua Bene
Comune-Ente di diritto pubblico).
E’ il tradimento totale del referendum
che prevedeva la gestione pubblica dell’acqua senza scopo di lucro .E’ il
tradimento del governo dei professori.E’ il tradimento della
democrazia.
Per i potentati economico-finanziari italiani l’acqua è un
boccone troppo ghiotto da farselo sfuggire.Per le grandi
multinazionali europee dell’acqua(Veolia,Suez,Coca-Cola…) che da Bruxelles
spingono il governo Monti verso la privatizzazione, temono e tremano per
la nostra vittoria referendaria,soprattutto il contagio in Europa.
“Un
potere immorale e mafioso –ha giustamente scritto Roberto Lessio, nel suo
libro All’ombra dell’acqua- si sta impossessando dell’acqua del pianeta.E’ in
corso l’ultima guerra per il possesso finale dell’ultima merce:l’acqua.Per i
tanti processi di privatizzazione dei servizi pubblici in corso, quello
dell’accesso all’acqua è il più criminale.Perchè è il più disonesto, il più
sporco, il più pericoloso per l’esistenza umana.”
Per questo dobbiamo
reagire tutti con forza a tutti i livelli, mobilitandoci per difendere
l’esito referendario, ben sapendo che è in gioco anche la nostra
democrazia.
Chiediamo al più presto una mobilitazione nazionale, da tenersi a
Roma perché questo governo ascolti la voce di quei milioni di
italiani/e che hanno votato perché l’acqua resti pubblica .
Chiediamo
altresì che il governo Monti riceva il Forum italiano dei movimenti per
l’acqua,ciò che ci è stato negato finora.
Rilanciamo con forza la campagna di
“obbedienza al referendum” per trasformare le Spa in Ente di diritto
pubblico(disobbedendo così al governo Monti).
Sollecitiamo i Comuni a
manifestare la propria disobbedienza alla privatizzazione dell’acqua con
striscioni e bandiere dell’acqua.
E infine ai 26 milioni di cittadini/e di
manifestare il proprio dissenso esponendo dal proprio balcone, uno striscione
con la scritta :”Giù le mani dall’acqua”!
In piedi , popolo
dell’acqua!
Ce l’abbiamo fatta con il referendum, ce la faremo anche adesso
!
E di nuovo la nostra bocca esploderà di gioia (Salmo,126)"
Alex
Zanotelli
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