L’industria farmaceutica trincerata dietro la
sperimentazione animale, miete molte vittime. Spesso la vivisezione viene
giustificata come inevitabile per l’avanzamento delle cure alle malattie
dell’uomo, nonostante lo sterminio di animali che solo in Europa arriva a 12
milioni ogni anno, ma l’opinione pubblica non viene sufficientemente informata
di come l’alto prezzo di questo enorme business venga pagato sia dagli animali
che dagli uomini.
L’ennesima conferma arriva da un articolo pubblicato sul
quotidiano Avvenire (http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/india-1300-cavie-umane.aspx)
secondo cui “l’India ammette ufficialmente le morti dovute alla
sperimentazione di nuovi farmaci”. Secondo quanto riferito, “lo stesso
ministro per la Sanità del governo di New Delhi, Ghulam Nabi Azad, sottolinea
come un gran numero di decessi registrati negli ultimi anni sia dovuto a una
serie di patologie, anche tumorali, collegate alla somministrazione di
medicinali a scopo sperimentale e ai loro effetti collaterali”.
I trials su esseri
umani in Paesi economicamente disagiati come India, Africa, Asia ed Europa
dell’Est sono in forte aumento (raddoppiati dal 1995
al 2005) sottolineando come questo campo della ricerca sia spinto da un fattore
determinante: il denaro, che condiziona fortemente la motivazione dei
“volontari”, persone povere che chiedono un basso compenso per provare nuove
molecole potenzialmente molto pericolose, già testate su animali, firmando
consensi in lingue che non comprendono.
In India, secondo quanto riporta l’Avvenire, sono stati
“668 i casi di morti per Sae (Serious adverse events, Eventi negativi seri)
durante test clinici effettuati nel 2010 e i 438 casi del 2011, a cui vanno
aggiunti i 211 casi del primo semestre di quest’anno”. 1.317 episodi in 30
mesi: 43 al mese!
“La vivisezione è un abile paravento giuridico che
permette di speculare sulla morte di milioni di animali producendo molecole e
dati inutili per l’uomo che vengono, poi, testati su volontari sani e ignari del
pericolo al quale si stanno sottoponendo”, commenta Michela Kuan, biologa
responsabile LAV settore Vivisezione.
Dietro alla sperimentazione farmaceutica non c’è nulla di
etico: milioni di animali e migliaia di cavie umane, sacrificati per testare
farmaci la cui utilità per il genere umano è minima.
“Solo l’1% dei
farmaci lanciati sul mercato tra il 1974 e il 2004, infatti, erano formulati per
trattare malattie tipicamente tropicali e tubercolosi che, invece, interessano
più del 12% della popolazione, mentre le aziende farmaceutiche preferiscono
investire in farmaci anti-obesità e per l’erezione che in trattamenti contro la
malaria che infetta 500 milioni di persone all’anno”, conclude Michela
Kuan.
Fonte: Ufficio stampa LAV
06.4461325 – 329.0398535 www.lav.it
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