Venti mila per la questura, quaranta mila per gli organizzatori. Sono i numeri della partecipazione, dei manifestanti che ieri a Pescara si sono mobilitati contro il progetto Ombrina Mare 2. È il potente No degli ambientalisti al piano di rispolvero del petrolio nell’Adriatico, anche grazie al governo Monti. É l’onorevole Sì degli abruzzesi che chiedono il Parco Nazionale della Costa Teatina contro il declassamento della regione a distretto minerario.
A Pescara ieri sono scesi in campo 47 comuni, 17 partiti politici, la provincia di Chieti, 3 diocesi (Chieti, Pescara, Lanciano) 3 Parchi nazionali, un Parco regionale, 7 riserve e 178 associazioni per il corteo organizzato dal Coordinamento delle associazioni e dei movimenti che si battono contro la deriva petrolifera. “Comunque, a detta di tutti, la più grande manifestazione mai svolta in Abruzzo negli ultimi decenni” tiene a precisareAugusto De Panfilis del Wwf regionale. Il no che ieri più incuriosiva era quello del governatore, la sua presenza era stata annunciata, ma il Presidente della regione Gianni Chiodi non si è visto. Fuggito? Forse, per non dover liquidare con la solita secca risatina l’impertinente di turno che avrebbe osato: “Presidente, come mai così solerte a scendere in piazza con gli ambientalisti che da anni chiedono, invano, alla Regione di perimetrare il Parco della Costa dei trabocchi?” Immaginate l’espressione disincantata.
Colpo d’occhio sullo striscione: “No alla piattaforma, sì al Parco e alla ricostruzione aquilana” gli attivisti sono quelli di Appello per l’Aquila, Sinistra critica e Zona 22. Nel cuore del lungo serpentone c’è di tutto: bambini, scout, artisti di strada, studenti e musicisti. Dalla Madonnina il corteo prende il lungo-fiume Nord e si snoda su corso Vittorio Emanuele e poi corso Umberto, fino a piazza salotto dove però il mercatino è d’intralcio. Ore e ore a sfilare, tenendo il passo agli slogan, a migliaia: Tutelare il territorio e l’economia della Regione; Si al Parco della costa Teatina ..eppure il vento soffia ancora;Giù le mani dal mare e dalla terra. Ora decidiamo noi del nostro futuro.
“Metanodotti , rigassificatori, estrazioni d’idrocarburi ovunque e noi andiamo a finire sulla luna?” gli abruzzesi non vogliono sacrificare la salute sottostando alla dura legge della crisi: lavori forzati e inquinamento! Fischietti che strizzano i timpani, tamburelli e stornelli, migliaia di giovani saltano, riflettono al sole centinaia di cappellini variegati. Chissà se fa caldo in California dove “ ..il limite per le trivelle è di 170 km dalla riva e dal 1969 non le mettono più in mare” scrive la ricercatrice abruzzese Maria Rita D’Orsogna. Invece in Italia il decreto sviluppo elimina la distanza minima di 19 km per permettere alla Med Oil Gas (Mog) di estendere le ricerche sul petrolio a 6 chilometri di distanza dalla costa dei Trabocchi. Bisognerebbe chiedere ai politici perché non si sono mai mossi fino ad oggi, perché sono qui a manifestare. Solidarietà e faccia tosta? Sono lì per strada, per un alibi perfetto al nulla che decidono nelle sedi istituzionali.
In testa al corteo anche i sindaci abruzzesi col tricolore, sorridenti. Che fatica per Luciano D’Alfonso che stringe le mani, bacia e abbraccia tutti quelli che desiderano salutarlo, si avvicinano e si complimentano. Quando però l’obiettivo indiscreto di una fotocamera incrocia lo sguardo calamita dell’ex sindaco di Pescara, D’Alfonso rabbuia come se avesse visto un fantasma. Se qualcuno gli chiedesse: “ Scusi, ha mica discusso con qualche amico per solidarizzare oggi con gli ambientalisti? Lui risponderebbe? Eppure, ad un metro di distanza sbucano gli ambientalisti Peligni che hanno lottato contro il cementificio che qualcuno da Pescara voleva piazzare assieme ad un Hangar per gli aerei svuotando un monte sano, come un uovo, per realizzare la nuova area industriale sulmonese. L’area che c’era non bastava anche se deserta e zeppa di stabilimenti e aziende fantasma. Difendiamo i beni comuni. Stop Petrolio stop cemento sullo striscione dell’indomabile Consigliere regionale Maurizio Acerbo.
Si riconoscono lontano due miglia le bandiere per l’acqua pubblica. Tutti assetati se non si firma per l’Acqua diritto umano (www.acquapubblica.eu)!
Addosso al cane bassotto la bandana del panda Wwf e una trentina di chitarre suonano all’impazzata per i giovani che cantano a squarcia gola. Dall’altra parte due striscioni al maschile avvisano i fieri e il popolo femminile: l’Abruzzo ha già la sua trivella e va a finire davvero che ..chi saltella non trivella!
Maria Trozzi
Fonte: QuiQuotidiano.it Ultimisse
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