Grazie alla sua azione sono già state denunciate e condannate centinaia di persone che hanno messo in atto maltrattamenti nei confronti degli animali. Abbiamo chiesto all’avvocato Michele Pezone, che di LNDC è il Responsabile Nazionale Diritti Animali, di fare il punto della situazione
Milano, 21 giugno 2015 - A Balsorano (AQ), il caso di tre cagnolini uccisi a bastonate. A Perugia numerosi gatti segregati, torturati e ammazzati in un garage, definito dalla stampa “il laboratorio degli orrori. A Santa Maria Capua Vetere e a Nuoro, due casi simili nel giro di pochi giorni: cani legati dietro un’auto e trascinati fino alla morte. A Casaluce (CE) un cane è morto in seguito alle ferite riportate dopo essere stato gettato da un balcone. E l’elenco potrebbe continuare. Questi sono soltanto alcuni dei casi di cui si sta occupando le Lega Nazionale per la Difesa del Cane insieme al suo staff di legali penalisti e civilisti. Grazie alla sua azione sono già state denunciate e condannate centinaia di persone che hanno messo in atto maltrattamenti nei confronti degli animali. Abbiamo chiesto all’avvocato Michele Pezone, che di LNDC è il Responsabile Nazionale Diritti Animali, di fare il punto della situazione.
A che punto è la legislazione che riguarda il mondo animale in Italia e in Europa?
A buon punto, anche se ovviamente c’è ancora molto da fare. E’ innegabile che su questo tipo di tematiche si stia assistendo a una profonda trasformazione culturale, sia in Italia che in Europa. La prima forma di promozione dei diritti degli animali, a livello europeo, si è avuta con la Dichiarazione universale dei diritti dell'animale, approvata dall'UNESCO nel 1978. Tale atto, sebbene avesse solo un valore dichiarativo, ha sancito un principio fondamentale, ovvero che tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all'esistenza. Nel 1987 è stata emanata la Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione degli animali da compagnia, che l'Italia ha ratificato con la legge n. 201 del 2010, e con tale atto gli Stati aderenti si sono impegnati a dare attuazione ai principi fondamentali per il benessere degli animali. Dal 2008 è inoltre in vigore il Trattato di Lisbona, che riconosce agli animali la qualifica di “esseri senzienti”, e dunque capaci di provare sofferenza, un aspetto del quale i Legislatori nazionali devono tenere conto nell’emanare norme che li riguardano.
E’ vero che il cane (o il gatto o altro animale d'affezione) è ancora considerato - dal punto di vista giuridico - una "cosa" (res)? C'è una differenza giuridica fra gli "animali d'affezione" e non?
Sì, non avendo una soggettività giuridica, gli animali sono di fatto parificati alle cose, tanto da essere persino pignorabili, tant’è vero che è stata recentemente lanciata una campagna, sostenuta dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, per fare sancire la impignorabilità degli animali d’affezione, come già avviene per esempio in Germania o in Austria, e il Governo ha preso degli impegni precisi in tal senso. Ovviamente questa riforma, che stiamo ancora aspettando, riguarderebbe solo gli animali d’affezione. Come già detto, c’è ancora molto da fare in tal senso.
Come si diventa "avvocati degli animali"? Ci sono corsi da fare o semplicemente l'esperienza si acquisisce sul campo?
No, non ci sono corsi, e questa è un’altra lacuna che mi piacerebbe venisse colmata. Nelle università americane, persino ad Harward, si insegna Animal Law nelle facoltà di legge. In Italia non sono previsti neppure dei corsi monografici su tali argomenti, nonostante vi siano tutti i presupposti di sistematicità della materia per farne quanto meno un esame complementare (com’è accaduto, per esempio, per la materia del Diritto della Navigazione, che fino alla metà del secolo scorso non esisteva, e che è diventata importante con l’intensificarsi dei traffici commerciali). Quando mi sono laureato, nel 1997, con una tesi sui diritti degli animali, l’argomento poteva sembrare non avere dignità accademica, ma ora le cose sono cambiate. Però, chi vuole occuparsi di questi argomenti, non potrà che acquisire sul campo la propria esperienza.
Ci parli della sua esperienza di avvocato per una grande onlus come LNDC: quali i vantaggi e gli svantaggi.
Per me è solo un grande privilegio lavorare per la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, della quale, oltre che essere Responsabile dei Diritti Animali, coordino l’ufficio legale per ciò che attiene ai tanti processi penali che seguiamo in tutta Italia (tra i tanti, cito il processo Green Hill, il cui primo grado di giudizio si è concluso da poco con un’importante vittoria delle associazioni protezioniste). Ovviamente si tratta di mettere in conto che non esistono più i sabati e le domeniche, ma dal resto la nostra non è solo una professione, come diceva Calamandrei, ma una missione, e lavorare per l’affermazione di ideali di solidarietà e progresso civile (perché di questo si tratta) è quanto di meglio potessi desiderare di fare come avvocato.
L'Italia si sta aprendo a una visione più ampia della legislazione dal punto di vista del benessere e della cura degli animali?
Sì. Proprio alcuni giorni fa, sono state presentate in Senato delle mozioni per chiedere al Governo di impegnarsi concretamente nel dare piena attuazione al riconoscimento degli animali come esseri senzienti, proponendo delle misure concrete quali, ad esempio: l’istituzione di un Garante per i diritti degli animali; la valorizzazione del ruolo cruciale del veterinario nel valutare le condizioni di vita degli animali e nel riconoscere i parametri del loro benessere, anche prevedendo una formazione specifica per il personale veterinario; la promozione di iniziative per la riconversione di zoo e acquari in centri di recupero per animali sequestrati; l'incremento dell'uso di metodi alternativi alla sperimentazione animale nella ricerca scientifica, anche con la promozione di formazione universitaria su queste nuove procedure; la promozione di una nuova legislazione in tema di spettacoli viaggianti che comporti il superamento di circhi che utilizzano animali, ecc. Insomma, si sta cercando di arrivare a un modo più consapevole e rispettoso di vivere la natura e l’ambiente che ci circonda.
di Brunella Paciello - Il Giorno
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