Se già il doppio appuntamento estivo del Palio di Siena è più che sufficiente a riscaldare gli animi grazie alla morte, nel corso degli anni, di diverse decine di cavalli, l'orribile incidente occorso nella superflua edizione straordinaria dell'evento ha reso questa tradizione (o comunque il caparbio modo in cui viene gestita) definitivamente odiosa a molta opinione pubblica.
Dopo il decesso di Raol, il cavallo costretto a correre lo scorso 20 ottobre per la contrada della Giraffa lungo le pericolosissime curve del famoso tracciato, le associazioni hanno deciso di non limitarsi alle dichiarazioni. Animalisti Italiani, LNDC-Animal Protection, OIPA e Progetto Islander annunciano un esposto.
Dice l'avvocato Michele Pezone, responsabile Diritti Animali LNDC: "Solleciteremo la Procura competente affinché ponga in atto ogni misura per accertare se vi siano possibili responsabilità da punire a norma di legge".
Inoltre, le associazioni reclamano per l'ennesima volta l'abolizione del Palio di Siena assieme a tutti quegli eventi giustificati dalla tradizione popolare che vedano inopportunamente coinvolti gli animali:
"I cavalli morti nel corso del tempo a causa di manifestazioni come palii e giostre che si tengono in tutta Italia, di cui il Palio di Siena è solo l’esempio più famoso, sono numerosissimi. Nonostante questo si continua a organizzare tali eventi anacronistici e senza senso. Il Comune di Siena ha rilasciato una nota ufficiale dicendo che 'non accetta provocazioni da chiunque abbia solo l’interesse a farsi pubblicità, non conoscendo la nostra cultura, tradizione, rispetto e cura dei cavalli'. Eppure è molto difficile pensare che ci sia realmente rispetto e cura considerando le condizioni in cui vengono fatti correre questi poveri animali e il numero di decessi che c’è stato nel corso degli anni".
Commenta Eleonora Di Giuseppe, consigliere Fise, già consulente del Ministero della Salute per il benessere degli equidi: "E' assurdo che oggigiorno un Paese civile non riesca a coniugare la tradizione con la sicurezza e la salute di persone e cavalli. Tale era l'obiettivo dell'Ordinanza del 21 luglio 2009 firmata dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, in vigore ma troppo spesso disattesa. Il nostro obiettivo era coniugare gli interessi delle istituzioni locali con la tutela degli equidi".
A dimostrare che probabilmente il compromesso non esiste, ed è ora che tutte queste manifestazioni si rinnovino rinunciando alla presenza degli animali.
Margherita D'Amico - Il Richiamo della Foresta - repubblica.it
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