A quanto pare la Sicilia intende rimanere una fabbrica di cani e gatti vaganti e lo vuole istituzionalmente, avendo perseguito l'obiettivo con la redazione di nuove Linee guida per il contrasto e la prevenzione nei riguardi del fenomeno del randagismo dai contenuti strabilianti.
Subito contestate da LNDC-Animal Protection che pure aveva partecipato mettendo a disposizione tutta la propria esperienza, attraverso la rappresentanza legale di Catania costituita dagli avvocati Tania Cipolla e Irene Rizza (in collaborazione con la Confederazione Associazioni Animaliste Sicilia tra cui L'Altra Zampa), all'iter di elaborazione del documento.
"Ma i nostri suggerimenti sono stati disattesi, per lasciare spazio a un documento privo di qualunque buon senso" spiega Piera Rosati, presidente LNDC. "Nel testo si arriva ad affermare che le sterilizzazioni di massa possono risultare controproducenti anziché centrali per arginare il fenomeno del randagismo! A tal proposito si fa riferimento a fantomatiche 'recenti acquisizioni scientifiche' senza però entrare nel dettaglio per supportare una simile tesi. Fermo restando, in ogni caso, che vere e proprie campagne di sterilizzazioni di massa in Sicilia non ci sono mai state, e il risultato è evidente.”
Ma non è tutto. Anziché incoraggiare il censimento della popolazione canina, queste bizzarre Linee guida siciliane subordinerebbero a una sanzione l'applicazione del microchip ad animali di età superiore a sessanta giorni, scoraggiando così chi non è ancora in regola a compiere il proprio dovere. Al contempo, si pongono severi e ingiustificati limiti all'opera di volontariato animalista nei canili esistenti, e si vieta alle associazioni di progettare nuovi rifugi. Perché?
Commenta Piera Rosati: “La Sicilia rischia di fare un passo indietro di decenni nella lotta al randagismo che, è bene ricordarlo, nella Regione rappresenta da sempre un’emergenza infinita. Si pensa a utilizzare dei droni per monitorare gli animali anziché puntare tutto sulla sterilizzazione dei randagi e sull’incentivazione della sterilizzazione dei cani di proprietà che potrebbe realmente porre un freno alla proliferazione di animali liberi sul territorio, insieme alla microchippatura a tappeto di tutti i cani. Manca inoltre qualsiasi riferimento a campagne di sensibilizzazione e informazione sulla corretta gestione degli animali e sulle leggi a loro tutela, che sono assolutamente fondamentali in un contesto come quello siciliano.”
Mentre l'avvocato Michele Pezone, responsabile Diritti Animali LNDC, ha inviato una dettagliata lettera a Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia, e all’assessore alla Sanità regionale Ruggero Razza, esponendo le gravi criticità delle Linee guida di cui è stato messo a conoscenza anche il Ministero della Salute.
Margherita d'Amico - Il richiamo della Foresta - repubblica.it
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