La Corte d’Appello di Milano (seconda sezione) sospende la sentenza di primo grado e consente a Monica – assistita dall’Avv. Michele Pezone – di tenere Jago con sé. Rosati: grande soddisfazione per la decisione del presidente del collegio che ha pensato al benessere dell’animale, sono ancora pochi. Non si possono considerare i nostri amici a 4 zampe come degli oggetti.
Vi avevamo già raccontato la storia di Jago qualche mese fa, impegnandoci a dare il nostro sostegno a lui e Monica in questa surreale vicenda legale. Monica aveva salvato Jago dalla strada 5 anni fa e l’aveva tenuto con sé. Il cane era privo di microchip, per cui, dopo il passaggio al canile di Milano, le era stato dato prima in affido temporaneo e poi in cessione definitiva. Da allora hanno vissuto in simbiosi, creando un legame solido e indissolubile. Fino al giorno in cui il giudice di primo grado ha dato ragione al presunto precedente proprietario che – nonostante non lo avesse mai microchippato, lo avesse lasciato libero di vagare per strada e non ne avesse regolarmente denunciato lo smarrimento – ne aveva rivendicato la proprietà solo molti mesi dopo che era stato salvato da Monica.
Oggi però possiamo dare un’ottima notizia. All’udienza del 2 luglio 2019, davanti alla Seconda Sezione Civile della Corte d’Appello di Milano, il Presidente del Collegio ha esaminato la richiesta di sospensiva della sentenza di primo grado presentata Monica e le memorie difensive della controparte, e ha deciso di sospendere l’efficacia della sentenza di primo grado. Al tempo stesso, il Presidente del Collegio ha invitato Monica a formulare alla controparte una proposta transattiva per definire la vicenda.
“Sono molto soddisfatto per questo provvedimento”,commenta l’avv. Michele Pezone – Legale e Responsabile Diritti Animali LNDC, che assiste Monica. “Abbiamo trovato un Magistrato che si è posto il problema della sofferenza cui sarebbe andato incontro il cane se fosse stato strappato alla famiglia nella quale vive stabilmente e felicemente da così tanti anni. Sono attualmente in discussione delle proposte di legge finalizzate a definire un nuovo quadro normativo per l’animale familiare e questa vicenda giudiziaria conferma l’inadeguatezza delle attuali norme che considerano ancora l’animale una res senza tenere conto delle sue esigenze relazionali e affettive.”
“Sono contenta che ogni tanto troviamo sulla nostra strada dei magistrati illuminati che pensano al benessere degli animali”, afferma Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Sono casi rari ma speriamo che siano sempre di più. Purtroppo i nostri amici a 4 zampe sono ancora considerati come degli oggetti da parte del legislatore, ma ci stiamo battendo anche per mettere fine a questa mentalità retrograda e incivile. La cosa importante, ora, è che Jago possa restare con quella che è a tutti gli effetti la sua famiglia.”
Fonte: Lega Nazionale per la Difesa del Cane - Ufficio Stampa
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